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Laurea honoris causa Marchionne

Visita di Sergio Marchionne

Il 2 ottobre 2017, in occasione della laurea Honoris Causa in ingegneria meccatronica conferita a Sergio Marchionne al Polo Meccatronica, il CEO di FCA ha effettuato una visita alla ProM, dove ha incontrato i responsabili del progetto, oltre ai ragazzi del team FSAE E-Agle dell'Università degli Studi di Trento.

«Polo Meccatronica di Rovereto – un progetto innovativo creato su un’area industriale dismessa – non è solo una testimonianza di come sia sempre possibile cambiare, ricreare, rinnovare. È soprattutto un esempio, quasi unico, di integrazione tra imprese, enti pubblici, fondazioni di ricerca e università. Qui davvero si realizza quell’effetto-sistema di cui si parla spesso in Italia, ma che è poi così raro da ottenere». Sergio Marchionne ha ricevuto ieri la Laurea honoris causa in Ingegneria Meccatronica e lo ha fatto a Rovereto, a Polo Meccatronica. Parole positive quelle spese dall’Amministratore delegato di FCA nei confronti della realtà trentina dove sorgono «la migliore università pubblica in Italia per le attività di ricerca, il centro ricerche Fiat, che è un punto di riferimento per tutta FCA a livello globale, e un luogo d’eccellenza come questo Polo scientifico».

Prima dell’evento, Marchionne ha fatto visita ai laboratori della ProM Facility, accompagnato dai vertici dell’Ateneo trentino, dai rappresentanti delle istituzioni provinciali (erano presenti il presidente Ugo Rossi, il vicepresidente Alessandro Olivi e l’assessora all’Università e ricerca, Sara Ferrari) e da alcuni imprenditori del sistema trentino della meccatronica. Qui ha incontrato lo staff tecnico della ProM e gli universitari del team di Formula SAE E-Agle.

Di fronte a una nutrita platea Marchionne ha tenuto la sua Lectio Magistralis, incentrata sui cambiamenti tecnologici più significativi che vedremo nel prossimo futuro: i veicoli elettrici e le auto che si guidano da sole. «Noi, in FCA stiamo lavorando su tutte le diverse forme di auto elettrica: dagli ibridi leggeri a 48 volt, agli ibridi tradizionali, ai plug-in, ai sistemi totalmente elettrici. Ma forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta. Quella dell’elettrico è un’operazione che va fatta senza imposizioni di legge e continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato. È certamente più utile concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano, che per la sua origine e le sue qualità è oggi il più virtuoso e più pulito in termini di emissioni».

E sulla guida autonoma: «I benefici che possono derivare sono moltissimi: in termini di sicurezza, riduzione del traffico e potenziale azzeramento degli incidenti causati da errore umano, oltre ad un nuovo livello di indipendenza e di qualità della vita per le persone anziane e disabili». Due gli approcci citati da Marchionne: «Il primo, che potremo chiamare “evoluzionista”, prevede uno sviluppo progressivo della tecnologia, attraverso cinque livelli successivi. L’altro, di tipo “rivoluzionario”, consiste invece nel saltare la progressione e lavorare da subito allo sviluppo di un sistema totalmente autonomo. Noi, in FCA, pensiamo che il giusto approccio sia a metà strada. Per questo, da una parte, stiamo lavorando sull’evoluzione delle tecnologie, per tappe successive; dall’altra, siamo impegnati in un progetto rivoluzionario sulla guida autonoma insieme a Google. Noi crediamo che la guida autonoma sarà una realtà nel giro di un decennio e che i sistemi avanzati di ausilio alla guida svolgeranno un ruolo cruciale nel preparare legislatori, consumatori e aziende per un mondo in cui il controllo dell’auto sarà passato nelle mani dell’auto stessa. L’insieme di queste due forze di innovazione – propulsione elettrica e guida autonoma – provocherà un cambio di paradigma totale, che è destinato a cambiare il volto dei trasporti come lo abbiamo sempre inteso».

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